CONGREGAZIONE MARIANA DELL' ASSUNTA


detta dei Nobili al Gesù


QUATTRO SECOLI DI STORIA

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«Lungo la sua storia la Congrega­zione Mariana dell'Assunta ha dovuto confrontarsi con tempi di prove e sfide che ha saputo però superare, facendone motivo di crescita e di rafforzamento. La Madonna è stata sempre per voi maestra, guida e pro­tettrice sicura: ed è alla sua scuola che generazioni intere di Congregati hanno imparato a vivere con lo sguardo fisso sul volto di Cristo, han­no imparato da Maria a modellare la propria vita su quella del divino Maestro».
Il Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha avuto parole di parti­colare apprezzamento per la vita spirituale dei Congregati Mariani del­l'Assunta al Gesù, durante la Santa Messa da lui presieduta l’8 dicembre 2007 per la Solen­nità dell’Immacolata.
E’ un giorno che per la Congrega­zione ha valenza speciale: vengono annualmente ammessi i nuovi mem­bri, a conclusione del loro periodo di preparazione, ed è solo una “tappa” del cammino annuale. Nella cerimonia della consacrazione dei nuovi confratelli, l’aspirante riceve dal Padre Direttore un artistico diploma e una medaglia d’argento retta da un cordone di seta azzurra, medaglia personalizzata sulla quale è incisa l’immagine della Vergine Assunta in cielo, cordone che viene indossato sempre da ogni Congregato in tutte le cerimonie.
 

La celebrazio­ne della Santa Messa festiva due volte al mese, dedicata di volta in volta alla Vergine e a particolari scopi pre­stabiliti dalla Consulta, gli esercizi spirituali, le opere diverse di pietà e un pellegrinaggio a un Santuario Ma­riano nel mese di maggio, sono i mo­menti dell’itinerario annuale liturgico della Congregazione, nota a Roma come Congregazione dei Nobili al Gesù.
Nacque la notte di Natale del 1593 in una piccola chiesa, pree­sistente e annessa alla chiesa del Gesù in Roma, poi inglobata nel­la Casa professa della Compagnia, oggi Collegio Internazionale dei Ge­suiti.
La Congregazione è quindi uno dei primi sodalizi istituiti dai Gesuiti sotto il titolo e il patrocinio della Vergine Santissima, essendo sorto solo nove anni dopo che il pontefice Gregorio XIII aveva istituito canonicamente in tutto il mondo le Congregazioni Mariane con la bolla Onnipotentis Dei del 5 dicembre 1584. Nacque e fu denominata sin da principio dei Nobili, tali essendo per nascita e pietà i gentiluomini che la fondarono, e la Regola prevedeva una devozione speciale alla Santa Vergine e al mistero della Sua gloriosa Assunzione.
Patrono secondario della nostra Congregazione San Luigi Gonzaga, gesuita, anche patrono della gioventù cattolica, morto nel 1591 e il suo corpo riposa nella Chiesa di Sant’Ignazio. Il 21 giugno, festa del Santo, alla solenne Messa cantata il Prefetto con altri nove congregati preceduti dal P. Direttore si recavano processionalmente dalla sagrestia della Chiesa all’Altare con le torce spente in mano, in offerta al celebrante
Il primo direttore, P. Gregorio Mastrilli, assai noto come oratore e scrittore, stabilì nel 1593 i doveri che i fratelli dovevano praticare: “conferenze spirituali”, “esercizio della disciplina”, la visita ai carcerati e agli infermi degli ospedali e l’orazione delle Quarantore al Gesù.
L’illustre p. Pietro Tacchi Venturi S.J. così la definì «…un’accolta, non mai poi interrotta, di gentiluomini notevoli, qual più, qual meno, per nobiltà di nascita, per alte dignità ecclesiastiche e laiche, o per valentia nelle scienze e nelle lettere».
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La Cappella della Congregazione è al pian terreno della Casa Professa del Gesù e su idea del padre generale Acquaviva venne concessa alla Congregazione dei Nobili per le pratiche religiose; ha un soffitto affrescato a volta, tre finestre nella parete di sinistra e una saletta annessa per la sagrestia dell’Oratorio.
Padre Castellani, che più avanti ricorderemo, descrive la decorazione della Cappella, come ricca e leggiadra, con stucchi dorati con affreschi delle Virtù teologali, della Concezione immacolata, della Natività e Infanzia santificate, dell’Umiltà esaltata, della Verginità fecondata, della Maternità coronata e dell’Incoronazione della Madre di Dio: affreschi eseguiti in tempi diversi e sempre a spese del Sodalizio.
Sui marmi dell’altare si venera una bella tela dell’Assunzione che si ritiene opera di un certo Maestro Giuseppe, collocata sull’altare il 5 agosto 1595, tra due colonne di marmo rosaceo. La porta dell’Oratorio, di colore giallo e verde antico, costò nel 1728 circa 200 scudi e ancora oggi abbiamo una fila di sedili a spalliera di pregevole noce che corre lungo le pareti. Nel 2007 il prefetto Francesco Pacelli arricchì la Cappella di inginocchiatoi e sedie per comodità dei tanti fedeli della Congregazione.
L’elegante cantoria ha un parapetto a colonnine in legno e una grata dorata di stile barocco con un organo ancora oggi efficiente. Nel 1933 sull’altare venne collocata un’urna di San Hercolino e compagni martiri, già nella Cappella del Crocifisso al Gesù. Nel 1798 furono depredati dai francesi gli arredi sacri nel tempo donati dai Congregati: reliquari, parati sacri, diversi argenti, calici d’oro, paliotti e tanti altri. L’anno prima il Senatore di Roma e confratello Abondio Rezzonico aveva donato un grande quadro di San Gregorio Barbarigo suo parente, con una pregevole cornice dorata, già esposto nella Cappella di famiglia nella basilica di San Marco a piazza Venezia. Il quadro andò poi disperso durante la repubblica romana e riacquistato da mons. Mattei e restituito alla Congregazione dal benemerito confratello principe Tommaso Antici Mattei nel 1915. E abbiamo ancora altri arredi, calici, tovaglie, quadri e candelabri donati da vari congregati e benefattori, come la marchesa Natalia Ferrajoli e il prefetto Raffaele Travaglini di Santa Rita, e anche una pregevole pianeta di Casa Orsini ancora oggi in uso.
Nella metà del XVII secolo la Con­gregazione si unì con un'altra, chia­mata «Congregazione della Venera­zione del Santissimo Sacramento»: quest'ultima, fondata da 12 Cavalieri, si riuniva, con lo scopo di adorare il Santissimo, nella Chiesa di San Gio­vanni in Mercatello, che si trovava sotto il Campidoglio e che fu poi de­molita.
Papa Benedetto XIII, il frate domenicano Pier Francesco Orsini, concesse la grazia a tutti gli appartenenti alla Congregazione di poter lucrare le indulgenze per l’anno giubilare 1725 visitando le quattro basiliche maggiori non trenta volte come era prescritto, bensì 3 sole volte processionalmente e 2 altre volte privatamente. Benedetto XIII estese questo indulto a quegli appartenenti alla nobiltà di Roma che non fossero confratelli purché si iscrivessero alla benemerita Congregazione, nonché ai religiosi della Compagnia di Gesù residenti nella casa professa sede dell’Assunta.
La Congregazione nello stesso Anno Santo del 1725 curò uno “splendido teatro” per le quarantore al Gesù: dal 1600 particolarmente a Roma si usava la pia invenzione di un teatro sacro per l’esposizione del Santissimo in una maestosa cornice negli ultimi tre giorni di carnevale. In quell’anno venne ricordato il convito di Assuero eseguito e illuminato tutto a luci d’olio dall’architetto e pittore Gianpaolo Panini. Per l’impresa vennero spesi circa 500 scudi, donati tutti dai Congregati e si ebbe un successo per il gran numero di fedeli attratti dalla cerimonia in chiesa, dalle raffinate musiche e dalle dotte omelie di cardinali, vescovi e padri gesuiti, nonché per curio­sità verso la spettacolarità del rito affidato a grandi artisti scenografici del tempo con originali macchine teatra­li. Uno di questi, maestro in quest'ar­te e Congregato, fu Gian Lorenzo Bernini.
Quando nel 1773 Clemente XIV soppresse la Compagnia di Gesù, la Congregazione Mariana dell'Assunta si sostituì nell'amministrare tutti i be­ni dei Gesuiti in Roma.
Nel 1798 anche la Congregazione venne soppressa per ordine della Repubbli­ca Romana e i beni posseduti ven­nero confiscati e venduti.
Nel 1800 seguì la riapertura e nel 1814 dopo il ritorno a Roma del Papa Pio VII fu or­ganizzata solennemente una grande cerimonia nella Cappella alla presenza del Pontefice, di diversi Cardinali e della Regina dell’Etruria, Maria Luisa di Borbone, per il ritorno della Compagnia di Ge­sù a Roma e la restituzione dei beni già posseduti dalla stessa.
Nel 1873, dopo l'annessione dello Stato della Chiesa al Regno d'Italia, la Compagnia di Gesù fu espulsa dal­la proprietà della Casa Professa e dal­la Chiesa del Gesù e alla Congrega­zione fu nuovamente attribuito il compito di amministrare la Chiesa dei Gesuiti mentre la Cappella del­l’Assunta veniva attribuita all'uso del Genio Militare del Regno e poi dell’Archivio di Stato di Roma.
Dovette allora trasferirsi nell'orato­rio di un'altra Congregazione che era detta della «Buona Morte» e che si trovava accanto al Gesù, oratorio che venne utilizzato per ben 47 anni.
Nel 1913, dopo diversi tentativi non riusciti da parte dei Congregati, si ottenne di tornare nell'antica sede e di poter restaurare di nuovo la Cappella dell'Assunta, restituendole l'originario venerabile aspetto. Il giorno di Pasqua del 1915 l'oratorio fu benedetto solennemente dall'allora Generale della Compagnia di Gesù, Padre Wladimiro Ledòchowski.
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Nel corso degli oltre quattrocento anni della sua storia si ha notizia di circa З.000 Congregati, tra i quali vanno ricordati 9 divenuti santi, beati e servi di Dio, mentre ben 18 divennero Pontefici e circa 300 Cardinali.
Vogliamo ricordare il Pontefice romano Pio XII Eugenio Pacelli, nato nel 1876, nel 1903 entrò giovane sacerdote nella Congregazione, fu Arcivescovo e Nunzio in Baviera, poi Arciprete della Basilica Vaticana e Segretario di Stato, e nel 1939 Papa. Proclamò il dogma dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. L’ultimo Papa che fece parte della Congregazione è Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli (1958-1963), Patriarca di Venezia, beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000 e divenuto Santo nel 2013 con Papa Francesco.
Congregati dell’Assunta furono i Papi che li hanno preceduti: Urbano VIII Maffeo Barberini, Alessandro VII Fabio Chigi, Clemente IX Giulio Rospigliosi, Clemente X Emilio Altieri, beato Innocenzo XI Benedetto Odescalchi, Alessandro VIII Pietro Ottoboni, Innocenzo XII Antonio Pignatelli, Clemente XI Giovanni Francesco Albani, Innocenzo XIII Michelangelo Conti, Benedetto XIV Prospero Lambertini, Clemente XIII Carlo Rezzonico, Pio VI Giannangelo Braschi, Pio VII Barnaba Chiaramonti, Pio VIII Francesco Saverio Castiglioni, beato Pio IX Giovanni Maria Mastai Ferretti e Benedetto XV Giacomo della Chiesa.
L’Assunta fin dalla fondazione ebbe un numero considerevole di Congregati prelati, vescovi e religiosi, canonici e abati. E poi Ambasciatori accreditati presso la S. Sede, Ufficiali dell’esercito pontificio, Camerieri di spada e cappa segreti e d’onore, dignitari della curia romana, nonché Principi Assistenti al Soglio Pontificio, numerose Guardie Nobili sin dalla fondazione del Corpo, e più recentemente vari Gentiluomini di Sua Santità, ed ecclesiastici e laici facenti parte della Corte Pontificia, poi denominata Famiglia Pontificia, nonché tanti Cavalieri e Dame del Sovrano Militare Ordine di Malta e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme .
Ci piace ricordare il gesuita Giuseppe M. Pignatelli, morto nel 1811 a Roma, e sepolto al Gesù. Restauratore della Compagnia in Italia è stato canonizzato nel 1954 da Papa Pio XII, e inoltre il grande poeta Torquato Tasso, il musicista Pierluigi da Palestrina, la Guardia Nobile Augusto Baviera fondatore nel 1861 dell’Osservatore Romano, Gian Lorenzo Bernini architetto, scultore e pittore, il Duca di Parma e Piacenza Carlo II di Borbone, Carlo Emanuele di Savoia e il Prefetto onorario della Congregazione Umberto II di Savoia (1946). Tra i Cardinali San Gregorio Barbarigo veneziano, vescovo di Bergamo e poi di Padova, San Roberto Bellarmino gesuita, Federico Borromeo, arcivescovo di Milano, il domenicano Girolamo Casanate, fondatore della seicentesca monumentale Biblioteca dei Frati Predicatori del Convento della Minerva a Roma, e Loris Capovilla, già Segretario di San Giovanni XXIII.
Illustri famiglie romane hanno dato per varie generazioni tanti Congregati, vedi gli Aldobrandini, Altieri, Altemps, Barberini, Boncompagni, Borghese, Chigi, Colonna, Del Drago, Doria-Pamphili, Massimo, Odescalchi, Orsini, Rospigliosi, Ruspoli, Sacchetti, Serlupi.
Nel 2011 scomparve il principe Francesco Pacelli, pronipote di Papa Pio XII e Gentiluomo di Sua Santità, succeduto nel 2002 come prefetto al principe Maurizio Gonzaga del Vodice. Al prefetto Pacelli si devono importanti restauri alla Cappella e alla Sagrestia, e anche un interessante volume con l’elenco dei tanti congregati succedutisi nei secoli, corredati da dati e notizie dal 1593 al 2003, un paziente lavoro di ricerche e d’archivio. Ricordiamo tutti don Francesco con affetto e stima.
Nel 1954 pa­dre Giuseppe Castellani S.J. professore di Storia ecclesiastica alla Pontificia Università Gregoriana e direttore del Sodalizio, aveva descritto in un altrettanto accurato lavoro la storia della «Congregazione dei Nobili presso la Chiesa del Gesù in Roma» ricchissima di documenta­zioni e illustrazioni, e impreziosita dalla collaborazione di pa­dre Pietro Tacchi Venturi S.J. E l’ultima edizione delle Regole (1955) rivista e curata dal padre Castellani conserva ancora il carattere della pietà mariana delle Regole precedenti. L’11 agosto 1955 il Vicegerente Arcivescovo Luigi Traglia, poi Cardinale Vicario, Decano del Sacro Collegio e nostro Congregato diede l’imprimatur alla pubblicazione.
Una solenne Liturgia di ringraziamento si è tenuta il 27 settembre 2014 nella Chiesa del Gesù, presieduta dal Santo Padre Francesco, in occasione del 200° anniversario della ricostituzione della Compagnia di Gesù nella Chiesa universale. Il Pontefice si è soffermato nella Cappella della Congregazione dove avvenne la cerimonia del 1814 per il ritorno dei Gesuiti a Roma. Con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum di Pio VII si restituì la Compagnia di Gesù al mondo intero, dopo che i Brevi Catholicae Fidei del 1801 e Per alias del 1804 lo avevano fatto nell’Impero russo e nell’Italia meridionale.
Pier Giorgio Imbrighi

Padre Lorenzo Rocci s.j. un Direttore illustre

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"1922, nomina del Direttore spirituale nella persona del Padre Lorenzo Rocci della Compagnia di Gesù, valente grecista”, Padre Giuseppe Castellani, attento conoscitore dell'Archivio storico della Congregazione e più volte suo Direttore Spirituale nella seconda metà del '900, sottolinea così che Padre Lorenzo Rocci, che nella Compagnia di Gesù trascorse ben settant'anni della sua lunga e intensa vita, fu Direttore Spirituale dal 1922 al 1936.  
Figlio del nobile piacentino Domenico e di Eustachia Corradini, romana, era nato l’11 settembre 1864 a Fara in Sabina. Entrato nel 1880 nella Compagnia di Gesù a Napoli, nel 1890 si laureò in Lettere presso la Regia Università degli Studi di Roma, della commissione esaminatrice faceva parte anche il poeta Giosuè Carducci, il 26 luglio 1892 fu ordinato sacerdote a Cortona, in provincia di Arezzo, fece l’ultimo anno di formazione ad Angers in Francia.

Divenne quindi insegnante liceale, dal 1898 al 1918 insegnò latino e greco al Nobile Collegio Mondragone di Frascati dei Padri Gesuiti, dove dal 1908 al 1918 fu anche Prefetto. La scuola fu chiusa nel 1953 e la Villa Mondragone, che rientra nel complesso delle Ville Tuscolane, fu ceduta nel 1981 al Rettorato dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata che ne ha fatto la sua sede di rappresentanza, dove si svolgono convegni e congressi, che rispecchiano le attività di ricerca e di formazione svolte dall’Ateneo, ideale continuatore dell’attività di formazione dei giovani a suo tempo svolta dai Padri Gesuiti. Attualmente l’Università ospita in una delle sale di Villa Mondragone l’Associazione degli Ex Alunni del Nobile Collegio Mondragone (1865 - 1953), che nel suo Archivio conserva fra l’altro alcuni testi e scritti autografi di Padre Rocci.

 

 

Padre Rocci fu un formidabile intreccio di saperi, un grecista e latinista, un poeta (scrisse infatti alcuni carmi latini celebrativi di prodi uomini di mare italiani) e grammatico, un metricista. Fecondo autore di opere di carattere didattico destinate agli studenti di lingue classiche. Fu anche membro dell’Accademia dell’Arcadia col nome di Iperide Menalio, il suo diploma originale di ammissione è conservato nell’Archivio della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù. Fu anche uno storico e agiografo oltre che un memorialista, dedicò molte sue opere ai Santi gesuiti, come, ad esempio, Sant’Andrea Bobóla, gesuita polacco martire dei Cosacchi, morto nel 1657 e canonizzato da Papa Pio XI nel 1938.

 

Per gran parte della sua vita profuse il suo impegno di studioso nell’operare alla rinascita delle lingue morte, il latino e soprattutto il greco, fra le sue opere anche favole latine in versi alla maniera di Fedro.

 

Ma fu il suo vocabolario greco-italiano a procurargli fama e immortalità. Grazie alla sua acribia, armato solo di schedine e appunti, e privo di un computer, riuscì a creare, in venticinque anni, un'opera di duemilasettantaquattro pagine, suddivisa in quattromilacentoquarantotto colonne.

 

 

Il dizionario abbraccia tutta la grecità conosciuta, dalle più antiche forme ritrovate sui reperti archeologici fino al greco ellenistico, contiene anche il greco dei Padri della Chiesa. In esso Padre Rocci riuscì, grazie all’esperienza di tanti anni di insegnamento, a fondere elementi che si rivelano utili tanto agli studiosi quanto agli studenti, vi si possono infatti trovare citati un’infinità di Autori classici, anche minori e meno noti.

 

La prima edizione del dizionario apparve nel 1939, copie rilegate in pelle bianca furono consegnate al Papa Pio XII Pacelli, al re Vittorio Emanuele III e all’allora Capo del Governo Benito Mussolini. Di suo pugno, per ricordare i meriti di quest’opera, Pio XII il 29 novembre 1939 scrisse tra l’altro: “...E veramente il tuo lavoro, diletto figlio, benché altissimo per gli scolari, non è un semplice manuale scolastico, ma si presenta con tali caratteri di ampiezza e di dottrina, anche nuova e recondita, da spiccare tra quanti simili si son pubblicati finora in Italia, anzi da vincerli facilmente...”.

Negli anni che seguirono mentre da un lato si dedicò a perfezionare la sua opera, la cui edizione definitiva uscì nel 1943, rivestì anche il ruolo di confessore nella Chiesa del Gesù, vero Apostolo di anime. Viveva al primo piano del Collegio del Gesù, dove adesso è l’infermeria, e la sua stanza era accanto a quella di Padre Pietro Tacchi Venturi (1861-1956), lo scrittore Gesuita che ebbe ruolo nella definizione dei Patti Lateranensi del 1929.

 

 

Fu anche Confessore degli studenti dell’Università La Sapienza, ruolo ancora oggi svolto nella stessa Cappella universitaria dai Padri Gesuiti.

 

Il compianto Padre Max Taggi che nel 1946 fu Prefetto del Collegio Mondragone e fino al 2007 Rettore della Chiesa del Gesù, da giovane studente all’Università Gregoriana, risiedendo al Gesù, aveva conosciuto personalmente l’anziano Padre Rocci e di lui ha scritto che fu profondamente “ignaziano” nel suo tendere all’eccellenza, a fare bene quello che si fa, a fare qualcosa di più del banale, dell’esistente, per essere di aiuto al prossimo e per dare gloria a Dio, in armonia col motto ignaziano “ad maiorem Dei gloriam” (AMDG).

 

 

L'acronimo "A.M.D.G.", che contrassegnava la maggior parte dei libri editi dalla Compagnia di Gesù ed è riportato su una delle porte della Cappella dell'Assunta, dove si riunisce la Congregazione, è il motto della Compagnia di Gesù, spiegato nella preghiera dettata da Sant’Ignazio Omnia ad maiorem Dei gloriam, preceduta dall’Antifona “Nel nome di Gesú ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,10-11):

 

“Nel nome di Gesù siamo riuniti in preghiera, per lodare Dio

e per ringraziarlo per la nostra vocazione alla Compagnia.

Meravigliandoci di questa grazia ricevuta stiamo davanti al Signore per riverirlo

e per proclamare il suo nome in tutto il mondo e a tutti gli uomini.

Siamo riuniti in preghiera, chiedendo da lui la grazia

di farci capaci di vivere sempre meglio la nostra vocazione

cosicché tutto sia alla maggior gloria di Dio.

E chiamati a questo sotto il vessillo della croce, cominciamo con questo segno della nostra redenzione.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

 

Padre Rocci morì a quasi 86 anni il 14 agosto 1950, vigilia dell’Assunta, nella Casa Professa del Gesù, e fu sepolto al Verano, nella Cappella dell’Ordine, al Pincetto.

Grazie ai diritti d’autore del suo vocabolario per più di cinquant’anni l’Ordine ha sostenuto finanziariamente le attività missionarie e gli studenti poveri della Compagnia.

 

 

Nel 2009 in Sabina, a pochi chilometri da Roma, a Passo Corese, nelle vicinanze dell’Abbazia di Farfa e di Fara in Sabina, dove Padre Rocci era nato, è stato intitolato al grande grecista il locale Liceo Statale Classico e Scientifico.

 

Maria Mangiafesta

 

 

BIBLIOGRAFIA: G.Castellani S.J., La Congregazione dei nobili presso la Chiesa del Gesù in Roma, con prefazione del Padre Pietro Tacchi Venturi S.J., Roma 1954; F.Ghizzoni, Padre Lorenzo Rocci S.J. cultore delle lingue classiche, in Archivio storico per le province parmensi, 39, 1987, pp. 277-289; C.E.Manfredi in Dizionario biografico piacentino, Piacenza 2000; G.Giachi in Diccionario historico de la Compañia de Jesus, Roma-Comillas 2001, v. IV; V.Spadorcia in Il Mondragone, Rivista dell’Associazione Ex Alunni Nobile Collegio Mondragone, Roma 2009.

Congregazione Mariana dell'Assunta, detta dei Nobili del Gesù